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al testo di Ivan Pozzoni
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Nel tardomoderno dell’antico mondo occidentale, ogni Atelier ci si tramuta tra le mani, da bottega d’artigiano, in vetrina di merci mediocri stile centro commerciale, dove scrivere, in sfiziosi settenari, da novello cortigiano, è esclusivo criterio mazdeistico del non essere anti-sociale.
Cocainomani della scrittura, nel 2014 scrivono, aha, ancora in settenari, istituendo la costituzione del Pornasio, Biancaneve sotto i nani, o sotto i nasi?, Finocchi venditor d’abbecedari e locatori, ad ore, di sederi, i nuovi bottegai dell’Atelier han mille mani, e un curriculum bibliografico tipo “Ventimila seghe sotto i mari”.
Come nelle catene della Grande distribuzione il moderno Atelier è dotato di un ufficio C[ontrollo] / Q[ualità], dove, con metodi di democristiana malversazione, i redattori atelierani si arrabattano a confezionare verità, asini santi e nuovi designati all’artigiana beatificazione.
Imperator - o Valeriano (Publio Licinio Valeriano)?-, finalmente un atto non democristiano sacrificare una sincera amicizia decennale al difendere l’interesse di una società di capitale, imperatore oramai intronato da manie d’hypostasis contro chi non accetta nessun tipo di proskunesis.
Non vi servirà a niente mandare i soliti cacciatori di taglia oramai, carburo ad XXL nei fetidi cunicoli della vostra Itaglia, ed essendo un barbaro feroce, nordico bandito, delle foreste, attendo di infilzare, una a una, attorno al mio Atelier, le vostre teste.
[Qui gli austriaci sono più severi dei Borboni, 2015] |
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